Adriano Olivetti

Adriano Olivetti (nato a Ivrea in provincia di Torino l’11 aprile 1901), è stato un imprenditore, ingegnere e politico italiano. Figlio di Camillo Olivetti (anch’egli noto imprenditore), e Luisa Revel si diplomò presso l’istituto tecnico di Cuneo. Terminato il servizio militare si iscrive al Politecnico di Torino e inizia a partecipare in maniera attiva al dibattito sociale e politico, collaborando a diverse riviste ed entrando in contatto con Piero Gobetti e Carlo Rosselli. Nel 1924 si laurea in ingegneria chimica presso il politecnico di Torino, dopo un periodo di soggiorno e studio negli Stati Uniti entrò nel 1926 (iniziando come operaio) nella fabbrica di macchine da scrivere fondata dal padre, diventando direttore della società Olivetti nel 1932.Si oppose al regime fascista attraverso una militanza attiva, partecipò con Carlo Rosselli, Ferruccio Parri, Sandro Pertini ed altri alla fuga in Francia di Filippo Turati (lo stesso Adriano era alla guida dell’auto che lo portò fuori dal paese). Vicino al movimento politico “Giustizia e Libertà” durante la dittatura fascista il giovane Olivetti venne definito dal regime un “sovversivo”, fu costretto a rifugiarsi in Svizzera mantenendosi però in contatto con la Resistenza. Rientrato in Italia dopo la caduta del fascismo, riprese le redini dell’azienda portando la Olivetti ad essere la prima azienda al mondo nel settore dei prodotti per ufficio, riuscendo a conciliare e armonizzare grazie alle sue ricerche e sperimentazioni lo sviluppo industriale con l’affermazione dei diritti umani dei lavoratori, attraverso la democrazia partecipativa dentro e fuori la fabbrica. Svolse una breve attività politica tra la metà e la fine degli anni cinquanta che lo portarono ad essere eletto deputato.  Adriano Olivetti morì il 27 febbraio del 1960 durante un viaggio in treno nei pressi di Aigle (Svizzera), a causa di un malore improvviso.