Antonio Bottasso (nato a Chiusa di Pesio nella provincia di Cuneo il 20 giugno 1891), è stato un antifascista e perseguitato politico italiano. Di professione ingegnere Antonio Bottasso viveva a Terracina in provincia Latina (allora denominata Littoria), per motivi di lavoro faceva spesso il pendolare tra la sua abitazione e varie località della provincia utilizzando come mezzo di trasporto principalmente il treno. Persona molto intelligente e istruita per gli standard dell’epoca, Antonio Bottasso durante i suoi viaggi di lavoro aveva più volte espresso (mostrando arguta lungimiranza), il suo disappunto sui metodi repressivi usati dal regime fascista oltre che, l’inadeguatezza e l’impreparazione delle nostre forze armate durante il secondo conflitto mondiale all’epoca in corso. Il suo dissenso manifestato apertamente più volte provocò l’attenzione della polizia fascista che lo accusò di “propaganda disfattista antifascista” arrestandolo in più occasioni e riservandogli trattamenti di estrema durezza. Presso l’archivio storico della città di Latina esiste un fascicolo in cui la questura chiede l’assegnazione al confino per la durata di cinque anni nei confronti di Antonio Bottasso e altri dissidenti locali. Antonio non si piegò ai metodi violenti e intimidatori dei fascisti manifestando apertamente i propri ideali e il suo dissenso verso la dittatura che per vent’anni insanguinò il nostro Paese.