Arturo Leccesi

Arturo Leccesi, (nato a Terracina in provincia di Latina il 21 febbraio 1895), è stata una persona innocente uccisa dai nazisti il giorno 8 aprile del 1944. Di professione portiere presso l’ospedale civile era molto conosciuto e benvoluto dai suoi concittadini, durante la giovinezza partecipò al primo conflitto mondiale dove venne gravemente ferito riportando mutilazioni che ne compromisero in maniera irreversibile la deambulazione. Nel periodo bellico successivo all’armistizio dell’8 settembre 1943, le forze di occupazione tedesche si appropriarono di diverse abitazioni nella parte alta di Terracina per farne dei centri di comando o utilizzarle come alloggi per i soldati, costringendo di fatto i proprietari a cedergli le loro case. Anche Arturo Leccesi come altri, fu costretto a lasciare casa insieme alla sua famiglia per sfollare in una zona rurale di Terracina (denominata San Silviano) dove si stabilì in un’abitazione di fortuna. In quest’area, i tedeschi, convinti della presenza di partigiani o delatori delle forze alleate continuarono la rappresaglia posta in essere il giorno precedente nei confronti della popolazione locale mettendo a ferro e fuoco una ventina di abitazioni e accampamenti. L’8 Aprile 1944 i nazisti irruppero nella dimora di Arturo Leccesi (il quale per le sue condizioni di salute era impossibilitato alla fuga) assassinandolo vigliaccamente con due colpi di arma da fuoco alla testa, ne bruciarono successivamente l’abitazione insieme alla salma ormai priva di vita. Arturo Leccesi, Onorato Trani, Antonia Martucci e Domenico Marzullo furono le vittime innocenti dell’eccidio di San Silviano compiuto tra il 7 e l’8 Aprile del 1944.