Bruno Buozzi (nato a Pontelagoscuro in provincia di Ferrara il 31 gennaio1881), è stato un sindacalista, politico, operaio e antifascista italiano. Costretto a lasciare la scuola dopo le elementari da ragazzo lavorò come meccanico aggiustatore. Si trasferì a Milano dove trovò un impiego come operaio specializzato alle Officine Marelli e poi alla Bianchi. Nel 1905 aderì al Partito Socialista Italiano militando nella frazione riformista di Turati, sempre nello stesso anno entrò nel sindacato degli operai metallurgici. Dopo pochi anni nel 1911 fu eletto segretario generale della Federazione Italiana Operai Metallurgici (F.I.O.M.), fino al 1926 quando il sindacato fu sciolto dal regime fascista. Venne eletto deputato nel 1920 nelle file del Partito Socialista, e nel 1922 seguì Matteotti e Turati nel Partito Socialista Unitario nelle cui fila fu rieletto deputato nelle elezioni politiche del 1924.Si oppose fin dall’inizio alla dittatura fascista, a partire dal 1924 dopo l’omicidio di Giacomo Matteotti iniziò a sfidare apertamente il regime, nel 1925 guidò gli ultimi importanti scioperi degli operai metallurgici. Venne aggredito nel 1924 dagli squadristi a Torino, perseguitato e minacciato più volte fu costretto per salvare la propria incolumità ad espatriare in Francia. Stabilitosi a Parigi continuò intensamente la sua battaglia antifascista attraverso la direzione del giornale “L’Operaio italiano” che veniva fatto circolare clandestinamente anche in Italia. Nel marzo del 1941 fu arrestato dai tedeschi, in carcere ritrovò il suo amico e collega Giuseppe Di Vittorio assieme al quale fu trasferito in Germania e poi in Italia dove venne confinato nella provincia di Perugia. Dopo la caduta del regime fascista venne liberato nel 1943, e proprio nello stesso anno entrò clandestinamente a Roma occupata dai tedeschi per partecipare alla resistenza e svolgere attività sindacali clandestine. Il 13 Aprile 1944 fermato per accertamenti fu riconosciuto e arrestato dai fascisti, fino a che dopo un periodo di detenzione nella prigione di via Tasso, la sera del 3 giugno Buozzi fu caricato insieme ad altri 12 prigionieri per essere evacuato da Roma su un camion tedesco. Trovata la via Cassia intasata dalle truppe tedesche in ritirata a seguito dell’imminente entrata dei soldati americani a Roma, l’automezzo si fermò, i prigionieri vennero fatti scendere e rinchiusi in un fienile per passare la notte. Il giorno seguente il 4 giugno del 1944, i prigionieri vennero sospinti con la forza in una valletta dove Bruno Buozzi, probabilmente su ordine del capitano delle S.S. Erich Priebke, fu brutalmente assassinato insieme a tutti gli altri.