Cesare Cascarini (nato a Terracina in provincia di Latina il 5 ottobre 1887), è stato uno dei cinque martiri dell’eccidio di Borgo Montenero (LT) del 4 maggio 1944. Di professione spazzino, Cesare era sfollato a Borgo Hermada (LT) dove fu catturato alle ore ventidue e trenta del 3 maggio 1944 e condotto a Borgo Montenero. Fu barbaramente fucilato il 4 maggio alle ore sei del mattino nel campo sportivo del piccolo centro pontino da un plotone di esecuzione insieme a Benvenuti Francesco, Savelli Bernardo, Gallo Giuseppe e Vagnozzi Vittorio. Le motivazioni del barbaro assassinio furono da attribuire all’ordine del comando militare tedesco di sgomberare la zona di Borgo Hermada nella campagna di Terracina per motivi strategici, ma alla perentorietà degli ordini aveva fatto riscontro la disobbedienza dei cittadini e dei numerosi profughi che avevano trovato rifugio e sostegno nei poderi della campagna. I rapporti tra i militari tedeschi e la popolazione civile erano già da diverso tempo molto tesi, e culminarono spesso in incidenti ed episodi di intolleranza. La notte del 3 maggio 1944 la polizia tedesca ignorando anche coloro che erano in possesso del permesso di soggiorno rilasciato dal comando militare germanico che avrebbe dovuto garantire i possessori, aveva radunato una ventina di persone per trasferirle a Borgo Montenero con l’accusa di “violazione dell’ordine di sgombero”. Violazione che a dire dei tedeschi sarebbe stata pagata con la morte per dare un esempio a tutti. Solo l’intervento disperato del parroco Don Giuseppe Capitanio riuscì a ridurre il numero delle vittime da venti a cinque, all’esecuzione furono costretti ad assistere i familiari e molti degli abitanti del borgo.