Filippo Turati (nato a Canzo in provincia di Como il 26 novembre 1857), è stato un politico, giornalista e politologo italiano. Di famiglia altoborghese si laureò in legge e può essere definito come uno dei fondatori del Partito Socialista Italiano. Nel 1884 a Napoli conobbe Anna Kuliscioff con la quale si legò sia sentimentalmente che intellettualmente. Venne eletto deputato nel 1896 e divenne man mano la mente e il simbolo del socialismo italiano dall’inizio del secolo fino all’avvento del fascismo. Una serie di eventi come la scissione di Livorno da cui nacque il Partito Comunista Italiano nel 1921, l’espulsione dal Partito Socialista sempre nello stesso anno, il delitto Matteotti del 1924, la morte della sua compagna Anna Kuliscioff nel 1925, il consolidamento del partito fascista, fecero entrare Turati in una profonda crisi. A seguito delle leggi speciali del 1926 Turati fu costantemente sorvegliato dalla polizia fascista e confinato nella propria abitazione, fino a che dovette fuggire in Francia in motoscafo attraverso la Corsica, aiutato da Parri, Pertini, Olivetti, e Carlo Rosselli. Nei primi anni del suo soggiorno a Parigi Turati frequentò la colonia dei rifugiati antifascisti italiani, dove svolse un’intensa attività politica rimanendo la guida dell’antifascismo democratico italiano. Nel 1927 fu tra i fondatori della “Concentrazione Antifascista”, che raggruppava diversi movimenti e partiti italiani esiliati a Parigi. Filippo Turati poteva essere definito come un pensatore pacifista, era un avversario del fascismo che definì come una minaccia dell’ordine mondiale. Morì a Parigi il 29 marzo 1932 nella casa di Bruno Buozzi.