Francesco Benvenuti

Francesco Benvenuti (nato a Sezze in provincia di Latina nel 1905), è stato uno dei cinque civili innocenti fucilati a Borgo Montenero (LT) il 4 maggio 1944. Padre di tre figli: Loreta di anni otto, Angela di anni quattro, e Bruno di anni uno e mezzo era sfollato da Sezze (LT) per sfuggire ai bombardamenti anglo-americani, stabilendosi presso l’abitazione di suo cognato a Borgo Hermada (LT). Venne catturato alle ore 23 del 3 maggio 1944 dopo un rastrellamento effettuato dalle truppe tedesche nelle campagne del borgo. L’accusa che gli venne mossa era quella di aver contravvenuto l’ordine di sgombero emanato dal comando tedesco, e di non essere in possesso del permesso di soggiornare a Borgo Hermada. Nonostante questa sia stata la motivazione ufficiale, a detta di molti uno dei motivi della cattura e la successiva fucilazione, fu quella di dare un esempio alla popolazione della zona di San Felice Circeo (LT), in cui la Gestapo (la polizia segreta nazista) riteneva si stesse organizzando un nucleo partigiano. Per altri la vera motivazione era invece da attribuirsi ai rapporti tesi tra la popolazione civile di Borgo Hermada e le truppe naziste di stanza nella zona. La stessa notte della cattura, Francesco Benvenuti insieme ad altri prigionieri venne condotto con la forza presso il vicino centro di Borgo Montenero, a nulla valse il tentativo del parroco del borgo Giuseppe Capitanio di salvare la vita a lui e a gli altri. All’alba del 4 maggio 1944 venne fucilato nel campo sportivo del piccolo centro della pianura pontina insieme a Cascarini Cesare, Gallo Giuseppe, Savelli Bernardo e Vagnozzi Vittorio, vittime innocenti delle barbarie nazifasciste.