Fulvio Sbarretti

Fulvio Sbarretti (nato a Nocera Umbra in provincia di Perugia il 22 settembre 1922) è stato un carabiniere italiano. Prima di arruolarsi nell’Arma ha svolto lavori molto umili come il pastore di pecore e poi operaio in una fabbrica fino a che, nel 1942 divenne un carabiniere. L’8 settembre 1943 Fulvio Sbarretti insieme ad altri suoi commilitoni si trovava in servizio presso la Stazione dei Carabinieri di Fiesole comandata dal vice brigadiere Giuseppe Amico, il quale nell’aprile del 1944 era entrato in contatto con i partigiani della Quinta Brigata della Divisione “Giustizia e Libertà” ricevendone l’incarico di comandante di settore. I carabinieri della stazione di Fiesole continuavano a svolgere i loro compiti istituzionali, ma nello stesso tempo cooperavano con la Resistenza fornendo armi, viveri, informazioni e, in alcuni casi partecipando ad operazioni dirette a mettere in difficoltà i nazifascisti. Successivamente i tedeschi a seguito di indagini, iniziarono a sospettare delle reali attività dei carabinieri di Fiesole, pertanto consigliato del vice brigadiere Amico, Fulvio Sbarretti e tre suoi commilitoni si allontanarono dalla caserma rifugiandosi nella boscaglia. I loro intento era quello di passare le linee nemiche per unirsi agli Alleati, ma il tentativo fallì e i carabinieri di Fiesole furono costretti a rimanere nella macchia. I tedeschi allora minacciarono di uccidere dieci civili presi in ostaggio, se i carabinieri non si fossero consegnati rientrando in caserma. Consapevoli della loro sorte i carabinieri Fulvio Sbarretti, Vittorio Marandola e Alberto La Rocca si presentarono ai tedeschi i quali li fucilarono senza alcuna pietà, ma prima di morire i tre soprannominati successivamente a questi eventi “I martiri di Fiesole” gridarono contro il plotone d’esecuzione “Viva l’Italia!”.