Giuseppe Gallo

Giuseppe Gallo (nato a Santa Giustina in Colle in provincia di Padova il 22 aprile 1906), insieme a Cascarini Cesare, Benvenuti Francesco, Savelli Bernardo e Vagnozzi Vittorio è stato una vittima del barbaro eccidio di Borgo Montenero (LT) avvenuto il 4 maggio del 1944 ad opera dei nazisti. Lavorava a Borgo Hermada (LT) presso il podere di suo cognato Danese Anselmo, uno dei tanti coloni provenienti dal nord Italia per lavorare le terre bonificate dal regime fascista nella pianura pontina. Era un soldato di ferma permanente, ma a causa di un infortunio al dito indice della mano destra non fu più richiamato in servizio. Venne catturato dai soldati tedeschi il 3 maggio del 1944 con l’accusa di non aver rispettato l’ordine di evacuare la zona di Borgo Hermada emesso alcuni mesi prima dal comando germanico. Condotto con la forza insieme ad altri prigionieri nel vicino centro di Borgo Montenero, all’alba del 4 maggio 1944 fu posto davanti a un plotone di esecuzione per essere fucilato. Un attimo prima che la scarica di proiettili si abbattesse su di lui, Giuseppe Gallo, che aveva rifiutato la benda sugli occhi urlò “vigliacchi” ai suoi assassini. Come Vittorio Vagnozzi (anche lui vittima dell’eccidio), non morì subito, ma venne assassinato con un colpo di pistola alla testa dal sergente tedesco Gris, che i testimoni della strage descrissero come un uomo alto e bello come un angelo, ma brutale e cattivo come il diavolo.