Don Giuseppe Morosini (nato a Ferentino in provincia di Frosinone il 19 marzo del 1913), è stato un sacerdote e partigiano italiano. Venne ordinato sacerdote a San Giovanni in Laterano nel 1937, e nel 1941 fu cappellano militare del 4° reggimento di artiglieria presso Laurana (oggi in Croazia ma all’epoca in provincia di Fiume), con l’incarico di assistere i ragazzi sfollati dalle zone colpite dal conflitto. Dopo l’8 settembre entrò a far parte della resistenza romana avendo come ruolo principale quello di assistere spiritualmente i patrioti, ma riuscì anche a fornire il suo aiuto più concretamente fornendo armi e rifornimenti, era principalmente in contatto con la “banda Fulvi” gruppo attivo nel quartiere di Monte Mario. Riuscendo ad ottenere da un ufficiale tedesco il piano delle forze armate naziste sul fronte di Cassino, Don Morosini venne tradito da un infiltrato della polizia segreta nazista nel gruppo partigiano di Monte Mario. Venne arrestato dai tedeschi il 4 gennaio del 1944 con le accuse di aver passato agli alleati la mappa del fronte difensivo tedesco di stanza a Cassino, e anche di possesso e custodia di armi ed esplosivi nascosti in uno scantinato del Collegio Leoniano. Rinchiuso nel carcere di Regina Coeli ebbe come compagno di cella Epimenio Liberi partigiano e membro del Partito d’Azione, i due divennero amici e Don Morosini scrisse una celebre Ninna Nanna per soprano e pianoforte dedicata al figlio di Liberi che doveva ancora nascere. Liberi venne ucciso alle Fosse Ardeatine il 24 marzo del 1944, mentre Don Giuseppe Morosini fu sottoposto a terribili torture affinchè rivelasse i nomi dei suoi complici, ma egli non solo non parlò, ma cercò anzi di addossarsi tutte le colpe del movimento di resistenza. Condannato a morte da un tribunale tedesco venne fucilato il 3 Aprile del 1944 a Roma presso Forte Bravetta, venne accompagnato davanti al plotone di esecuzione dal vescovo Luigi Traglia che lo aveva ordinato sacerdote sette anni prima. All’ordine di aprire il fuoco dieci dei dodici componenti del plotone d’esecuzione spararono in aria per risparmiarlo, rimasto ferito dai colpi degli altri due, Don Giuseppe Morosini fu ucciso dall’ ufficiale fascista che comandava l’esecuzione con due colpi di pistola alla nuca.