Eccidio di San Silviano, Terracina 7 aprile 1944

7 aprile 1944, a Terracina avviene l’eccidio di san Silviano: Antonia Martucci, Arturo Leccesi, Domenico Marzullo, Onorato Trani vengono barbaramente uccisi dalle truppe tedesche occupanti.
Secondo le fonti ufficiali, Antonia e Arturo, l’una paralitica e l’altro mutilato, furono bruciati vivi nella capanna dove si erano rifugiati perché non avevano obbedito all’ordine di sfollamento con sufficiente rapidità.
Vittime inermi, dunque, come quelle di Sant’Anna di Stazzema, delle Fosse Ardeatine, di Marzabotto, di Borgo Montenero e di tante altre stragi nazifasciste attuate sul territorio italiano in uno dei periodi più bui della nostra storia.
Si calcola che le vittime furono più di 24.000.
A oltre 70 anni da quei tragici eventi, l’A.N.P.I. invita tutti e tutte a rinnovare la memoria di ciò che è accaduto.
Abbiamo l’obbligo di praticare un’etica della memoria per richiamare nel presente il passato in vista del futuro e tessere così il nodo tra le generazioni; per vivere con responsabilità lo spirito antifascista della nostra Repubblica.
Non si risponde solo di principi attraverso cui orientare la propria condotta, si risponde anzitutto a coloro che, nostri concittadini e connazionali, sono stati vittime di una violenza ottusa e gratuita: fare un’etica di questa memoria, e così abitarla, è il solo modo che abbiamo per farci eredi del loro sacrificio.
Non passivi spettatori, dunque, ma attivi promotori della Repubblica democratica e dei principi che essa trasmette; questo significa ereditare, ed è per questo che si deve ricordare.