Eccidio di San Silviano 7 aprile 1944

Sono passati 80 anni dal compimento dell’Eccidio di San Silviano, testimonianza del periodo più buio del nostro paese.
80 anni sono tanti perché pochissime persone sono ancora testimoni di quei giorni.
80 anni non sono poi tanto distanti, visto il pericolo sempre presente del ritorno di violenze e nazionalismi.
Le uccisioni e le stragi avvenute ad opera di nazisti e fascisti ci ricordano ogni giorno quanto è stato enorme il prezzo della Libertà.
Lo hanno pagato a Terracina e a Borgo Montenero le nostre vittime innocenti, così come lo ha pagato chi è morto combattendo contro la dittatura e l’occupazione.
Che siano 4 o 100 le vittime, nulla cambia.
La sofferenza e la disumanità di questi avvenimenti ci fa comprendere la ferocia dell’occupante e lo spessore materiale e morale di un regime nemico dei suoi stessi concittadini.
80 anni dopo, invitiamo a non dimenticare Padre Biagio, Domenico Marzullo, Arturo Leccesi ed Antonia Martucci.
È importante impegnarsi ogni giorno nella costruzione di una narrazione storica che tenga chiari e presenti gli avvenimenti fino ad ora “sotterrati”.
Una narrazione che chiarisca le “responsabilità” con cui la nostra città deve ancora fare i conti.
Che insegni ai giovani a diventare cittadini attivi e leali.
Perché si senta forte la scelta antifascista di ogni cittadino contro negazionismi e tentativi di cancellare la memoria.
Commemorarli e onorarli è un atto dovuto.

Venite e portate un fiore…

La Pineta-Parco della Resistenza

Intitolare una strada, una piazza, un parco, luoghi dove si esercita la nostra socialità, rafforzando la memoria, significa svolgere una importante funzione di crescita della comunità che si preoccupa di definirsi in modo inequivocabile, curando la memoria comune, condivisa, per consegnarla alle generazioni future.

Grande è stata la gioia nello scoprire qualche anno fa dagli archivi digitalizzati dal Ministero dei Beni Culturali (https://www.partigianiditalia.beniculturali.it/) che dalla nostra città ci furono ben 28 Partigiane e Partigiani che partirono per andare a combattere in tutta Italia (il numero è ancora provvisorio poiché manca la digitalizzazione di altri archivi).

Abbiamo chiesto di intitolare “La Pineta” ai Partigiani e alle Partigiane terracinesi.

La “Pineta-Parco della Resistenza” manterrà la denominazione originaria “Pineta” a cui tutti noi cittadini siamo legati, in più conserverà i nomi di questi nostri concittadini su una futura targa da mettere a memoria.

Questa intitolazione rappresenta un riconoscimento alla loro lotta per una società e un mondo più giusti, dove il diritto e la legge garantiscano l’uguaglianza dei cittadini al di là della loro appartenenza sociale. Vuole essere una forma di elogio del loro coraggio nel mettere a repentaglio la vita per opporsi alla negazione violenta della libertà.

I nostri Partigiani e le nostre Partigiane danno onore alla Città avendo combattuto nella guerra di Liberazione dal nazifascismo. Rappresentano un vanto, un esempio che deve essere messo in risalto per rafforzare il senso di appartenenza della nostra comunità ad un paese che è libero, solidale, antifascista.

Perché se i giovani oggi possono godere di diritti ed esercitare in pienezza le libertà di scelta lo devono a quanti e quante, come “loro”, non arretrarono di fronte al pericolo e combatterono o persero la vita per un futuro che immaginavano migliore, mettendo a tacere tutte quelle ragioni che avrebbero spinto a nascondersi e aspettare la fine della dittatura e della guerra.

È compito di tutta la Comunità e delle Istituzioni far si che in questo Parco i più giovani possano trovare la passione e l’interesse nello scoprire il rapporto innegabile tra gli eventi di cui questi nostri concittadini furono protagonisti e la nascita della forma di governo che contraddistingue il nostro paese: una Repubblica, democratica, regolata dalla sua Carta fondamentale, la Costituzione.

Il Parco della Resistenza sarà la casa naturale anche di tutti gli Internati militari nei campi nazisti (IMI), delle tante persone dissidenti, di tutte le forze dell’ordine, di tutti gli uomini e le donne delle istituzioni che si opposero, anche a costo della vita, al nazifascismo.

Sarà la casa dei e delle Combattenti per la Libertà.

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Il 25 Aprile è una festa bellissima

Il 25 aprile è una festa bellissima, la festa più importante del nostro paese.

Festeggiamo un paese liberato, uscito da un periodo buio e risorto con la lotta di tutti gli italiani e tutte le italiane che non si sono scoraggiati davanti alla dittatura fascista. Un paese che era violento e chiuso ed è diventato libero, democratico e solidale. Un paese che ha sterminato nelle squallide imprese coloniali decine di migliaia di persone innocenti esponendole come trofei. Un paese, che come dice il Presidente della Repubblica, ha contribuito ad uno dei più grandi crimini contro l’umanità. Italiani che hanno mandato i propri concittadini a morire nei campi di sterminio, se non in carcere o al confino. Un paese che ha rinchiuso le menti più brillanti in galera. Un paese che ha fatto morire in carcere o ammazzato intellettuali ammirati oggi in tutto il mondo. E non ci sarà mai perdono per questo.

Il 25 aprile festeggiamo il coraggio di chi ha combattuto per liberare questo paese, e ce l’ha fatta, creando un esempio di tenacia, etica e progettualità che ha pochi paragoni. Noi dobbiamo la nostra vita democratica alla Resistenza, la nostra Costituzione è nata dalla Resistenza.

Il nostro invito è festeggiare la speranza e impegnarsi nel garantire e promuovere sempre la libertà, la pace, l’umanità.

Festeggiamo i partigiani e le partigiane terracinesi, che hanno cognomi come i nostri, sono nostri parenti, e dobbiamo raccontarli. Celebriamo tutti gli oppositori al fascismo che nella nostra città hanno subito persecuzione. Festeggiamo le centinaia di migliaia di militari passati dopo l’armistizio dalla parte giusta, e anche quelli che per non perdere l’onore hanno affrontato l’internamento, pur di non giurare fedeltà ai fascisti.

Festeggiamo tutte le persone che sono state perseguitate, carcerate e confinate, e nelle loro prigioni hanno creato un Paese Nuovo, e hanno creato l’Europa Unita.

Vi aspettiamo in piazza, per giocare, leggere, conversare, conoscere i nostri parenti partigiani, presentarvi il nostro trekking urbano “Le strade della Libertà”.

È un giorno bellissimo, vi invitiamo a scendere e passeggiare per le strade dedicate a chi ha combattuto il nazifascismo, sotto quei nomi ci troverete un fiore.

Donne e uomini che hanno creduto nella libertà, nella democrazia e nella giustizia sociale.

Trekking Urbano “Strade della libertà”

Abbiamo la convinzione che i nomi delle strade e delle piazze di una città debbano rappresentare scelte e valori di persone che hanno pensato e vissuto per il bene pubblico, che hanno lottato per costruire un paese che fonda le sue basi sulla diversità, sul dialogo autentico e onesto, sulla pace e sul rispetto reciproco.
L’idea di un trekking urbano ci è venuta girando per le strade della nostra città e accorgendoci di quanti nomi importanti ma poco conosciuti ci fossero.
Abbiamo pensato così di raccontarli, di condividere le scelte coraggiose e altruiste di persone che possono rappresentare i modelli migliori per i giovani e le giovani della nostra città.
Su questa mappa interattiva troverete le “Strade della Libertà” e visitandole, attraverso dei piccoli cartelli con dei QR code , potrete farvi raccontare chi sono queste persone, chi sono le vittime del nazifascismo, chi le persone inermi che sono state sacrificate e altre che hanno invece lottato a costo della propria vita contro la dittatura che ha distrutto il nostro paese.
Ne è uscito un progetto di trekking urbano che lanciamo in maniera spontanea ma che abbiamo intenzione di implementare chiedendo alla amministrazione di aiutarci a farlo diventare parte integrante della toponomastica cittadina.
Guardatelo, incuriositevi e, se passate di là, lasciate in omaggio un fiore