NO AL REFERENDUM PER GARANTIRE LA TENUTA DEMOCRATICA DEL PAESE

ra le grandi speranze della Resistenza, di cui la nostra Costituzione è il frutto, c’era l’ideale della democrazia, unito inscindibilmente a quello di libertà. Democrazia come diritti politici estesi a tutti e tutte; democrazia come rappresentatività reale della società  nel rispetto del pluralismo parlamentare e partitico che il regime fascista aveva di fatto abolito con la costituzione del partito unico e la repressione violenta di qualsiasi forma di dissenso e opposizione; libertà come diritti civili, come tutela della persona e dei diritti inalienabili dell’uomo contro ogni potere costituito – anche quello statale e della maggioranza-; libertà come partecipazione attiva e reale alla vita dello stato che non può, quindi, prescindere dai più estesi diritti sociali per la costruzione di una società più giusta ed equa in cui l’uguaglianza non sia solo formale ma anche sostanziale.

A questi ideali, non possiamo voltare le spalle. Per questo al referendum costituzionale del 20 e 21 settembre 2020 bisogna votare per il NO: per non far passare una legge costituzionale che riducendo di fatto drasticamente il numero dei parlamentari – da 630 a 400 per la Camera dei deputati e da 315 a 200 per il Senato della Repubblica – svilisce il ruolo democratico e rappresentativo del Parlamento che nella nostra Costituzione costituisce il perno della vita politica del Paese in quanto organo di più immediata derivazione dal popolo.

agliare il numero dei parlamentari vuol dire tagliare il diritto di scegliere i nostri rappresentanti, a discapito dei territori più piccoli che vedrebbero ridotta la loro rappresentatività –  ci sarebbe un deputato ogni 151 mila abitanti e un senatore ogni 302 mila abitanti: il numero più basso di deputati per abitanti in Europa!- e del rapporto tra elettore ed eletto che verrebbe così deteriorato in favore del potere dei grandi partiti e dei gruppi dominanti a discapito delle minoranze e dei partiti più piccoli. Se i padri costituenti scelsero un Parlamento largo fu proprio, al contrario, per avvicinare il Parlamento al popolo e per garantire la tenuta democratica del Paese.

La crisi della rappresentanza politica non si risolve tagliando il numero dei parlamentari, ma migliorando la qualità della rappresentanza. Non sprechiamo le conquiste di democrazia e libertà donateci dalla Resistenza.

Il 20 e il 21 settembre votiamo NO!

ANPI Tra le Righe, Pietro Vitelli – Domenica 6 settembre ore 20:00

Scrittore, poeta, autore di saggi storici, economista esperto di imposte e tasse, a lungo dirigente del Ministero delle Finanze.
Europeista e per decenni membro della Direzione Nazionale dell’Associazione dei Comuni e delle Regioni d’Europa, ha partecipato a numerosi incontri e scambi internazionali per realizzare un’Europa unita, federale, solidale e pacifica.

Presenta il suo libro “Ci resta il nome” che narra la tragedia della campagna di Russia (1941-1943) in cui hanno perso la vita circa 85.000 giovani italiani e tra questi ben 28 giovani di Terracina.

Un libro per condannare tutte le guerre e impegnarsi per la per pace e la collaborazione tra i popoli.

Parteciperanno Gabriele Panizzi e Leone D’Ambrosio.

Domenica 6 settembre, ore 20:00 Terracina Book Festival – Piazza di Santa Domitilla Terracina

Comunicato del 7 agosto 2020

La mozione di intitotazione del piazzale antistante Villa Tomassini, votata dal Consiglio comunale il 28 Luglio scorso, è riuscita a scatenare una enorme reazione di sdegno in tutto il nostro paese.
Anche la famiglia Berlinguer ha espresso un sentito ed inequivocabile disappunto
riguardo a questa decisione.
Almirante e Berlinguer furono uomini diversi e divisi, appartenenti a campi opposti, dove i torti e le ragioni lasciati in eredita a chi è venuto dopo non sono equiparabili, tanto meno possono finire in un indistinto della storia.
L’intento, espresso dai promotori di tale mozione, di contribuire al raggiungimento di
una definitiva pacificazione nazionale, “dimentica” che tale pacificazione si è compiuta con la promulgazione della Carta costituzionale nella quale tutti gli italiani sono chiamati anche oggi a riconoscersi.
Pacificazione nazionale non vuol dire dunque equiparare fascismo ed antifascismo, in spregio non solo alla realta storica, ma alle fondamenta stesse della Repubblica.
Come A.N.P.I. ribadiamo il nostro impegno affinché la memoria storica venga sempre
rispettata e attualizzata.
Invitiamo pertanto il Sindaco a non avviare l’iter per la intitolazione de! piazzale, non
costituendo della mozione provvedimento amministrativo con effetti giuridici immediatamente obbligatori.

Figli Berlinguer, piazza con Almirante azzera la memoria

(ANSA) – ROMA, 06 AGO – “Non condividiamo la scelta di
intitolare una piazza del comune di Terracina a Enrico
Berlinguer e Giorgio Almirante”. Lo scrivono in una nota i figli
dello storico leader del Pci, Bianca, Maria, Marco e Laura
Berlinguer.
“E’ sicuramente un’importante acquisizione della nostra
civiltà e del pensiero democratico – affermano – il rispetto per
l’avversario, cosi’ spesso oggi dimenticato. Ma riconoscere
l’avversario e non considerarlo come un nemico deve avvenire a
partire dalla consapevolezza delle differenze profonde e non
cancellabili tra le diverse storie, le culture politiche, le
identità personali e i percorsi esistenziali e ideologici. Non
dimenticheremo mai quell’atto indubbiamente nobile compiuto da
Giorgio Almirante quando si reco’ da solo a rendere omaggio a
papa’ nella camera ardente allestita nella sede del PCI a
Botteghe Oscure. Ma, detto questo – proseguono – perché mai
confondere due personalità cosi’ diverse che si sono combattute
su fronti che sono e restano antagonisti? Si rischierebbe di
contribuire a un processo, che riteniamo nefasto, di azzeramento
della storia e della memoria”. (ANSA).