25 Aprile 2020 – Bella Ciao in Ogni Casa

Cantiamo tutte e tutti “Bella Ciao” da ogni balcone!

Leggiamo o scriviamo su un cartellone un articolo della Costituzione che più ci colpisce!

Oggi è importante impugnare la costituzione, frutto della lotta partigiana, perché ora più che mai diventi la guida per una nuova rinascita!

Comitato “25 Aprile 2020” Terracina

Il 25 aprile il Paese intero canti Bella Ciao, c’è bisogno di speranza e unità

Dal sito di ANPI

Il 25 aprile #bellaciaoinognicasa alle ore 15: l’appello della Presidenza e della Segreteria nazionali ANPI. Le prime adesioni: ARCI, CGIL, Unione degli Universitari, Rete degli studenti medi, Nicola Fratoianni, Paolo Pezzino, ANPPIA, Articolo UNO

L’Italia ha bisogno, oggi più che mai, di speranza, di unità, di radici che sappiano offrire la forza e la tenacia per poter scorgere un orizzonte di liberazione. Il 25 aprile arriva con una preziosa puntualità. Arrivano le partigiane e i partigiani, il valore altissimo della loro memoria. L’ANPI chiama il Paese intero a celebrarlo come una risorsa di rinascita. Di sana e robusta rinascita. Quest’ anno non potremo scendere in piazza ma non ci fermeremo. Il 25 aprile alle ore 15, l’ora in cui ogni anno parte a Milano il grande corteo nazionale, invitiamo tutti caldamente ad esporre dalle finestre, dai balconi il tricolore e ad intonare Bella ciao. In un momento intenso saremo insieme, con la Liberazione nel cuore. Con la sua bella e unitaria energia.

Chiediamo alle associazioni, ai sindacati, a partiti, ai movimenti che si riconoscono nei valori e principi della Resistenza, dunque della democrazia e della Costituzione, di aderire al flash mob inviando un messaggio a ufficiostampa@anpi.it

LA PRESIDENZA E LA SEGRETERIA NAZIONALI ANPI

Eccidio di San Silviano, Terracina 7 aprile 1944

7 aprile 1944, a Terracina avviene l’eccidio di san Silviano: Antonia Martucci, Arturo Leccesi, Domenico Marzullo, Onorato Trani vengono barbaramente uccisi dalle truppe tedesche occupanti.
Secondo le fonti ufficiali, Antonia e Arturo, l’una paralitica e l’altro mutilato, furono bruciati vivi nella capanna dove si erano rifugiati perché non avevano obbedito all’ordine di sfollamento con sufficiente rapidità.
Vittime inermi, dunque, come quelle di Sant’Anna di Stazzema, delle Fosse Ardeatine, di Marzabotto, di Borgo Montenero e di tante altre stragi nazifasciste attuate sul territorio italiano in uno dei periodi più bui della nostra storia.
Si calcola che le vittime furono più di 24.000.
A oltre 70 anni da quei tragici eventi, l’A.N.P.I. invita tutti e tutte a rinnovare la memoria di ciò che è accaduto.
Abbiamo l’obbligo di praticare un’etica della memoria per richiamare nel presente il passato in vista del futuro e tessere così il nodo tra le generazioni; per vivere con responsabilità lo spirito antifascista della nostra Repubblica.
Non si risponde solo di principi attraverso cui orientare la propria condotta, si risponde anzitutto a coloro che, nostri concittadini e connazionali, sono stati vittime di una violenza ottusa e gratuita: fare un’etica di questa memoria, e così abitarla, è il solo modo che abbiamo per farci eredi del loro sacrificio.
Non passivi spettatori, dunque, ma attivi promotori della Repubblica democratica e dei principi che essa trasmette; questo significa ereditare, ed è per questo che si deve ricordare.

Emergenza coronavirus

L’ Anpi invita i cittadini e le cittadine a vivere questa situazione di emergenza con senso di protezione civile, inteso come spirito di solidarietà, di collaborazione, di comunità e senso civico.

Invita perciò ad attenersi alle disposizioni emanate dal governo e dalle massime istituzioni sanitarie, senza creare allarmismi e soprattutto senza mostrare indifferenza o scarso senso dello stato attraverso comportamenti disfattisti derivati da convinzioni superficiali che potrebbero danneggiare seriamente le persone.

Stigmatizza inoltre i comportamenti più che discutibili messi in atto da esponenti di diverse forze politiche per screditare il lavoro delle istituzioni e ottenere vantaggi immediati e propagandistici.

La situazione attuale, unica nel suo genere, ci deve vedere uniti nell’impegno di proteggere e preservare l’incolumità della comunità.

Che ognuno ed ognuna si adoperi affinchè “protezione civile” sia non solo il nome di un dipartimento pubblico, ma l’effetto di un impegno comune guidato dalle istituzioni.

Solo con questo senso di appartenenza, ne usciremo più forti e preparati!